Luoghi di Culto

Piazza e Chiesa dei SS. Sebastiano e Rocco

La così detta “Piazza San Sebastiano”è un centro urbanistico artificiale, causato dal “deplacement" dell’antica “Piazza” ed al suo declassamento a piazza secondaria e, per assurdo, periferica.

Il progressivo, inarrestabile abbandono, la diaspora dal centro storico, ma anche la concentrazione di esercizi commerciali stanno ormai consolidando il nuovo centro e la sua funzione di luogo deputato al soggiorno, alla osservazione, al commento, all’incontro e, quindi, alla formazione di quel minimo di opinione comune che, bene o male, avvia o indirizza la vita pubblica di un paese.
Nella Piazza troviamo una esedra semicircolare, con croce (1869) e con ai lati due edicole (i dipinti originali, sono al Comune). Ricorda, secondo la tradizione orale, il giovane Paolo Caprara (Paoluccio) ivi giustiziato dal morente Governo Pontficato, il giorno 11 febbraio 1867 come brigante presunto (esecutore non Mastro Titta ma Vincenzo Balducci).
Più a monte: una piccola lapide ricorda la tragica morte di Guido Giussoli 19 anni, avvenuta il 21 ottobre del 1943.
A seguire rampe di scale per l’accesso al vecchio, “Campo Sportivo”, area provvidenziale di scampo, di soggiorno, con stele cementizia per ricordo all’Emigrante.
La Chiesa è stata costruita sul sedime di una precedente, più antica, nel 1916 su progetto di Aristide Leonori (1856-1928), famoso architetto romano chiamato “l’ingegnere santo”.
La facciata, a capanna, incorniciata da due lesene è coronata da un timpano trapezoidale. L’interno dell’edificio, a pianta rettangolare, presenta ai lati due nicchie ospitanti, sulla sinistra le statue di San Sebastiano (sec. XVII) e Santa Agnese (sec. XX), sulla destra, San Rocco (sec. XVIII) di stile baroccheggiante. Tutte le pareti presentano una fascia basamentale in marmo e la zona presbiteriale è rialzata rispetto al piano della Chiesa. L’altare è in marmo e la cantoria, posta in controfacciata, è accessibile tramite una scaletta metallica a chiocciola.
La statua di San Sebastiano è in legno scolpito e dipinto che presenta la tradizionale iconografia del Santo, ritratto come un giovane uomo coperto solo da un perizoma, con frecce infilate nella carne: il capo ripiegato verso destra e guarda verso il cielo, con un’espressione che unisce estasi e sofferenza. La statua è databile al XVII-VXIII secolo e attribuibile a una manifattura locale.
Di particolare interesse risulta un ciborio in legno intagliato, di manifattura laziale risalente al XIX secolo, concepito a forma di tempietto in miniatura; è di forma quasi cubica e porta sugli spigoli quattro rinforzi a forma di lesene, decorate all’interno da intarsi in legno più chiaro, che formano motivi vegetali; sul bordo inferiore e superiore corre una cornice dai bordi rilevati, sempre decorata ad intarsio. In corrispondenza dei capitelli delle lesene vi sono decorazioni a forma di fiore. Al centro del prospetto frontale si apre una porticina ad arco, decorata ad intarsio con un calice con ostia. Al centro del bordo superiore si trova un coronamento a forma di lunetta e all’interno di quest’ultima è rappresentato un simbolo trinitario (triangolo con occhio all’interno).


Nelle Vicinanze:
Antica fabbrica di sapone, di interesse archeologico/industriale e ingresso a una villa del sec. XVII (Villa De Marchionibus d.a 1684).

Monumento a Papa Giovanni Paolo II (2010) con statua e poderosa muratura in marmo pieno di Carrara. Arricchisce il centro storico di Supino sia per il suo valore artistico sia per l’intenso significato legato alla straordinaria figura del Pontefice che segnò così profondamente la storia e la politica del XXI sec. Emblematica la scelta di una frase del Papa incisa sotto l’effige del Comune: E’ L’AMORE CHE CONVERTE I CUORI E DONA LA PACE.
Il progressivo, inarrestabile abbandono, la diaspora dal centro storico, ma anche la concentrazione di esercizi commerciali stanno ormai consolidando il nuovo centro e la sua funzione di luogo deputato al soggiorno, alla osservazione, al commento, all’incontro e, quindi, alla formazione di quel minimo di opinione comune che, bene o male, avvia o indirizza la vita pubblica di un paese.
Nella Piazza troviamo una esedra semicircolare, con croce (1869) e con ai lati due edicole (i dipinti originali, sono al Comune). Ricorda, secondo la tradizione orale, il giovane Paolo Caprara (Paoluccio) ivi giustiziato dal morente Governo Pontficato, il giorno 11 febbraio 1867 come brigante presunto (esecutore non Mastro Titta ma Vincenzo Balducci).
Più a monte: una piccola lapide ricorda la tragica morte di Guido Giussoli 19 anni, avvenuta il 21 ottobre del 1943.
A seguire rampe di scale per l’accesso al vecchio, “Campo Sportivo”, area provvidenziale di scampo, di soggiorno, con stele cementizia per ricordo all’Emigrante.
La Chiesa è stata costruita sul sedime di una precedente, più antica, nel 1916 su progetto di Aristide Leonori (1856-1928), famoso architetto romano chiamato “l’ingegnere santo”.
La facciata, a capanna, incorniciata da due lesene è coronata da un timpano trapezoidale. L’interno dell’edificio, a pianta rettangolare, presenta ai lati due nicchie ospitanti, sulla sinistra le statue di San Sebastiano (sec. XVII) e Santa Agnese (sec. XX), sulla destra, San Rocco (sec. XVIII) di stile baroccheggiante. Tutte le pareti presentano una fascia basamentale in marmo e la zona presbiteriale è rialzata rispetto al piano della Chiesa. L’altare è in marmo e la cantoria, posta in controfacciata, è accessibile tramite una scaletta metallica a chiocciola.
La statua di San Sebastiano è in legno scolpito e dipinto che presenta la tradizionale iconografia del Santo, ritratto come un giovane uomo coperto solo da un perizoma, con frecce infilate nella carne: il capo ripiegato verso destra e guarda verso il cielo, con un’espressione che unisce estasi e sofferenza. La statua è databile al XVII-VXIII secolo e attribuibile a una manifattura locale.
Di particolare interesse risulta un ciborio in legno intagliato, di manifattura laziale risalente al XIX secolo, concepito a forma di tempietto in miniatura; è di forma quasi cubica e porta sugli spigoli quattro rinforzi a forma di lesene, decorate all’interno da intarsi in legno più chiaro, che formano motivi vegetali; sul bordo inferiore e superiore corre una cornice dai bordi rilevati, sempre decorata ad intarsio. In corrispondenza dei capitelli delle lesene vi sono decorazioni a forma di fiore. Al centro del prospetto frontale si apre una porticina ad arco, decorata ad intarsio con un calice con ostia. Al centro del bordo superiore si trova un coronamento a forma di lunetta e all’interno di quest’ultima è rappresentato un simbolo trinitario (triangolo con occhio all’interno).


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Antica fabbrica di sapone, di interesse archeologico/industriale e ingresso a una villa del sec. XVII (Villa De Marchionibus d.a 1684).

Monumento a Papa Giovanni Paolo II (2010) con statua e poderosa muratura in marmo pieno di Carrara. Arricchisce il centro storico di Supino sia per il suo valore artistico sia per l’intenso significato legato alla straordinaria figura del Pontefice che segnò così profondamente la storia e la politica del XXI sec. Emblematica la scelta di una frase del Papa incisa sotto l’effige del Comune: E’ L’AMORE CHE CONVERTE I CUORI E DONA LA PACE.
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