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Santa Serena - Monte Gemma

Prima del fontanile di Santa Serena (1.075 mt.), poco dopo l’inizio del Fosso della Foce, si scende dalla carrozzabile e, superato il fosso, si prende il sentiero a sinistra, ben evidente e segnato.
Il sentiero è molto ripido con stretti tornanti, si sale ai fianchi di un canalone dove sono presenti faggi enormi: nel fitto del bosco è possibile trovare qualche esemplare di albero di tasso giovane.
Si giunge su una balconata panoramica che dà sui Valloni detta La Teleferica, dove era situato il cavo d’acciaio che serviva a portare in basso, nell’immediato dopoguerra, il legname del taglio del Tassetto. Da qui partiva un sentiero difficoltoso che attraversava in maniera funambolica I Lagni del Monte Gemma per arrivare al rifugio dell’ultimo brigante del periodo papalino, il famoso, nella mitologia supinese, Paoluccio. Riprendendo il cammino si arriva alla cresta del Monte Salerio(1.439 mt.) in terreno aperto e sassoso, dove a primavera si osservano estese fioriture di narcisi, viole del pensiero, orchidee selvatiche e fragoline di bosco. Da qui in piano si arriva alla Croce del Monte Gemma (1.457 mt.) dove termina il sentiero dopo circa 1,30 ore dalla partenza. Dalla croce si ammira un panorama stupendo, sui sottostanti Valloni, La Torricella, Supino, gli Ernici, Monte Cacume, la Valle di Monte Acuto, gli Ausoni, la pianura Pontina e la cresta della Semprevisa.
Dalla cima del Gemma si può scendere ai Pennicali, dove, proseguendo per il sentiero segnato, si arriva a Monte Cacume (1095 mt.) attraversando le creste di Cerasole e Mastromarco.
Dalla cima del Gemma, alla parte opposta dei Valloni, si estende la zona della Cannavine, interervallata da aridi colli. In passato era una zona ricca di cese, coltivata da supinesi, carpinetani e maentini. Ancora oggi esse vengono riconosciute con in nomi dei vecchi proprietari. Poco distante dalla cima, sul sentiero che porta a San Luca e Monte Acuto, vi è la fontana della Sammusucola. Alle radure dei Pennicali vi si può arrivare anche dall’ampio anfiteatro dei Valloni sottostante le ripidi pareti del Gemma (vedi il sentiero Pisciarello-Santa Serena).
Al termine della strada asfaltata delle Sterpare che parte dal Pisciarello, si prende a sinistra una strada brecciata che attraversa un castagneto, superato il quale sempre a sinistra si svolta per Piazza Carbonara.
Proseguendo, si superano numerose cese e si continua a salire per una trascinara avendo frontalmente la cresta della Torricella e a destra lo sperone della Rava della Fontana; qui fra due pareti (rave) scende un rigagnolo d’acqua che si raccoglie in una vaschetta. Si sale ripidamente il fosseto che porta in cima al Vado La Tartara e, giunti in cresta, superata la Punta Alta, si arriva in breve ai Pennicali. Tutto il percorso non è segnato, si procede a vista abbastanza facilmente perché i riferimenti sono evidenti. Questa è una zona frequentata dal Falco Pellegrino, Poiane, Gheppi, Uccelli di bosco, e qualche coppia di Coturnici. Tra i ghiaioni è possibile osservare dei fossili.
Prima del fontanile di Santa Serena (1.075 mt.), poco dopo l’inizio del Fosso della Foce, si scende dalla carrozzabile e, superato il fosso, si prende il sentiero a sinistra, ben evidente e segnato.
Il sentiero è molto ripido con stretti tornanti, si sale ai fianchi di un canalone dove sono presenti faggi enormi: nel fitto del bosco è possibile trovare qualche esemplare di albero di tasso giovane.
Si giunge su una balconata panoramica che dà sui Valloni detta La Teleferica, dove era situato il cavo d’acciaio che serviva a portare in basso, nell’immediato dopoguerra, il legname del taglio del Tassetto. Da qui partiva un sentiero difficoltoso che attraversava in maniera funambolica I Lagni del Monte Gemma per arrivare al rifugio dell’ultimo brigante del periodo papalino, il famoso, nella mitologia supinese, Paoluccio. Riprendendo il cammino si arriva alla cresta del Monte Salerio(1.439 mt.) in terreno aperto e sassoso, dove a primavera si osservano estese fioriture di narcisi, viole del pensiero, orchidee selvatiche e fragoline di bosco. Da qui in piano si arriva alla Croce del Monte Gemma (1.457 mt.) dove termina il sentiero dopo circa 1,30 ore dalla partenza. Dalla croce si ammira un panorama stupendo, sui sottostanti Valloni, La Torricella, Supino, gli Ernici, Monte Cacume, la Valle di Monte Acuto, gli Ausoni, la pianura Pontina e la cresta della Semprevisa.
Dalla cima del Gemma si può scendere ai Pennicali, dove, proseguendo per il sentiero segnato, si arriva a Monte Cacume (1095 mt.) attraversando le creste di Cerasole e Mastromarco.
Dalla cima del Gemma, alla parte opposta dei Valloni, si estende la zona della Cannavine, interervallata da aridi colli. In passato era una zona ricca di cese, coltivata da supinesi, carpinetani e maentini. Ancora oggi esse vengono riconosciute con in nomi dei vecchi proprietari. Poco distante dalla cima, sul sentiero che porta a San Luca e Monte Acuto, vi è la fontana della Sammusucola. Alle radure dei Pennicali vi si può arrivare anche dall’ampio anfiteatro dei Valloni sottostante le ripidi pareti del Gemma (vedi il sentiero Pisciarello-Santa Serena).
Al termine della strada asfaltata delle Sterpare che parte dal Pisciarello, si prende a sinistra una strada brecciata che attraversa un castagneto, superato il quale sempre a sinistra si svolta per Piazza Carbonara.
Proseguendo, si superano numerose cese e si continua a salire per una trascinara avendo frontalmente la cresta della Torricella e a destra lo sperone della Rava della Fontana; qui fra due pareti (rave) scende un rigagnolo d’acqua che si raccoglie in una vaschetta. Si sale ripidamente il fosseto che porta in cima al Vado La Tartara e, giunti in cresta, superata la Punta Alta, si arriva in breve ai Pennicali. Tutto il percorso non è segnato, si procede a vista abbastanza facilmente perché i riferimenti sono evidenti. Questa è una zona frequentata dal Falco Pellegrino, Poiane, Gheppi, Uccelli di bosco, e qualche coppia di Coturnici. Tra i ghiaioni è possibile osservare dei fossili.
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