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Fonte i Canali - Monte Malaina

L’escursione inizia da un sentiero a sinistra della Fonte I Canali (736 mt.), dal curvone che dà sul fosso (zona Montacuto) e termina alla cima di Monte Malaina (1.480 mt.) dopo circa 3,30 ore.

Si comincia con l’attraversare una fina lecceta che inizia dal Fosso Casale (a Supino Fosso Spaccatora), percorrendo gli stretti tornanti di una mulattiera che sale ripidamente sui fianchi dell’assolata Costa la Vedova (Vetica in supinese). Salendo, la lecceta man mano si dirada fino a inframmezzarsi con carpini, aceri e poi faggi isolati, mentre sull’altro fianco meno assolato del Fosso Casale il bosco di carpini è molto fitto. In zona aperta, a destra del sentiero, scendendo nel fosso, si nota la presenza di una pozza d’acqua circondata da faggi detta Aquaro i Corvi.
Arrivati nei pressi di un imponente sperone roccioso, al fianco della Semprevina (zona Rave Nere), il sentiero, a circa 1.000 mt. ora volge a destra, quasi in piano, costeggiando una lunga parete verticale (Cresta le Cervare).
Ora ci troviamo in una vasta e aperta pietraia, carsica, arida per la rapida scomparsa dell’acqua.
Si giunge all’inizio della Guardiola (1290 mt.), zona Cervare, toponimo che fa riecheggiare la presenza del cervo e del capriolo scomparsi verso la fine dell’Ottocento.
Un altro animale scomparso che frequentava queste zone è il Capovaccaio (o avvoltoio degli Egizi), piccolo avvoltoio dal bianco piumaggio e muso giallo che si cibava di carogne di animali e rifiuti, ricoprendo cosi nella catena animale il ruolo importantissimo di spazzino. Fino agli inizi degli anni Ottanta questo era un luogo di caccia dell’Aquila Reale (ora scomparsa), ora vi volteggiano una coppia di Corvo Imperiale, Gheppi ed è molto probabile osservare coturnici, colombacci ed altri uccelli.
Il posto è molto panoramico e si apre lo sguardo sulla sottostante ripida Valle di Sant’Angelo (comune di Morolo), zona storica e mistica per la presenza di un antico luogo di culto, la grotta di sant’Angelo, dove vi si recavano le puerpere per propiziare un allattamento abbondante.
Dando le spalle alla valle e risalendo la cresta della Guardiola (le Cervare) si entra in un ambiente molto vasto, fatto di estese faggete ben conservate con numerose piante disetanee, piccole conche, collinette, ad un’altezza media di circa 1300 mt. Proseguendo a destra si giunge all’imbocco del Fosso Casale dove vi è una pozza d’acqua e si costeggia il Monte Semprevina.
Questa è la zona di Pratiglio e sono presenti i resti di numerose capanne di pastori e agricoltori degli anni passati, come la Capanna Marcotto. In primavera ed in estate si osserva la fioritura di orchidee selvatiche, viole, iris, asfodeli e semprevivi.
Siamo in una zona tra le più belle dei nostri monti, poiché oggi l’impatto umano è ridotto al minimo per il suo isolamento. Proseguendo per la Piana di Pratiglio si inizia a salire nella Faggeta a sinistra e si arriva a una sella, e da qui, ben evidente, si ha davanti la cima della Malaina (1480 mt.) che si raggiunge in poco tempo.
Giunti in cima il panorama è stupendo, sotto c’è la piana di Santa Serena, la si vede in tutta la sua ampiezza, il verde prato, la Fontana a sinistra dove termina la strada asfaltata.
Proseguendo lo sguardo sulla valle a destra c’è la zona del Ferro segnata dai resti di numerose cese e capanne. Questa zona, immersa tra i faggi e un rimboschimento, è luogo di passaggio verso Casale Scarano da cui si scende nella valle di Carpineto. Più in là si vede il gruppo della Semprevisa e una notevole veduta dei Monti del Circeo, il lago di Paola e le isole Pontine: se la giornata è eccezionalmente tersa si arriva anche a vedere la lontana isola di Ischia.
Di fronte c’è il gruppo del Monte Gemma la cui cima emerge dalla faggeta del Tassetto e le Cannavine. Nei dintorni della cima di trovano vari tipi di fossili, fioriture di viole, nontiscordardimé, narcisi, gigli, orchidee e fragoline di bosco. In volo è possibile osservare la poiana e il gheppio che fa lo “spirito santo”, mentre il picchio verde fa sentire la sua presenza. Nella faggeta che dà sul Pratiglio vivono due notevoli esemplari di alberi di tasso pluricentenari, uno di loro presenta l’interno cavo.
Nella vasta zona alle spalle dalla Malaina, sui territori di Gorga e Carpineto, oltre Monte San Marino (1387 mt.), le fontane del Merlo e di San Marino, il Fosso Canali, si trova il Fosso dell’Orso, toponimo che sta a ricordare la presenza del plantigrado forse estinto in epoca medievale.
Si comincia con l’attraversare una fina lecceta che inizia dal Fosso Casale (a Supino Fosso Spaccatora), percorrendo gli stretti tornanti di una mulattiera che sale ripidamente sui fianchi dell’assolata Costa la Vedova (Vetica in supinese). Salendo, la lecceta man mano si dirada fino a inframmezzarsi con carpini, aceri e poi faggi isolati, mentre sull’altro fianco meno assolato del Fosso Casale il bosco di carpini è molto fitto. In zona aperta, a destra del sentiero, scendendo nel fosso, si nota la presenza di una pozza d’acqua circondata da faggi detta Aquaro i Corvi.
Arrivati nei pressi di un imponente sperone roccioso, al fianco della Semprevina (zona Rave Nere), il sentiero, a circa 1.000 mt. ora volge a destra, quasi in piano, costeggiando una lunga parete verticale (Cresta le Cervare).
Ora ci troviamo in una vasta e aperta pietraia, carsica, arida per la rapida scomparsa dell’acqua.
Si giunge all’inizio della Guardiola (1290 mt.), zona Cervare, toponimo che fa riecheggiare la presenza del cervo e del capriolo scomparsi verso la fine dell’Ottocento.
Un altro animale scomparso che frequentava queste zone è il Capovaccaio (o avvoltoio degli Egizi), piccolo avvoltoio dal bianco piumaggio e muso giallo che si cibava di carogne di animali e rifiuti, ricoprendo cosi nella catena animale il ruolo importantissimo di spazzino. Fino agli inizi degli anni Ottanta questo era un luogo di caccia dell’Aquila Reale (ora scomparsa), ora vi volteggiano una coppia di Corvo Imperiale, Gheppi ed è molto probabile osservare coturnici, colombacci ed altri uccelli.
Il posto è molto panoramico e si apre lo sguardo sulla sottostante ripida Valle di Sant’Angelo (comune di Morolo), zona storica e mistica per la presenza di un antico luogo di culto, la grotta di sant’Angelo, dove vi si recavano le puerpere per propiziare un allattamento abbondante.
Dando le spalle alla valle e risalendo la cresta della Guardiola (le Cervare) si entra in un ambiente molto vasto, fatto di estese faggete ben conservate con numerose piante disetanee, piccole conche, collinette, ad un’altezza media di circa 1300 mt. Proseguendo a destra si giunge all’imbocco del Fosso Casale dove vi è una pozza d’acqua e si costeggia il Monte Semprevina.
Questa è la zona di Pratiglio e sono presenti i resti di numerose capanne di pastori e agricoltori degli anni passati, come la Capanna Marcotto. In primavera ed in estate si osserva la fioritura di orchidee selvatiche, viole, iris, asfodeli e semprevivi.
Siamo in una zona tra le più belle dei nostri monti, poiché oggi l’impatto umano è ridotto al minimo per il suo isolamento. Proseguendo per la Piana di Pratiglio si inizia a salire nella Faggeta a sinistra e si arriva a una sella, e da qui, ben evidente, si ha davanti la cima della Malaina (1480 mt.) che si raggiunge in poco tempo.
Giunti in cima il panorama è stupendo, sotto c’è la piana di Santa Serena, la si vede in tutta la sua ampiezza, il verde prato, la Fontana a sinistra dove termina la strada asfaltata.
Proseguendo lo sguardo sulla valle a destra c’è la zona del Ferro segnata dai resti di numerose cese e capanne. Questa zona, immersa tra i faggi e un rimboschimento, è luogo di passaggio verso Casale Scarano da cui si scende nella valle di Carpineto. Più in là si vede il gruppo della Semprevisa e una notevole veduta dei Monti del Circeo, il lago di Paola e le isole Pontine: se la giornata è eccezionalmente tersa si arriva anche a vedere la lontana isola di Ischia.
Di fronte c’è il gruppo del Monte Gemma la cui cima emerge dalla faggeta del Tassetto e le Cannavine. Nei dintorni della cima di trovano vari tipi di fossili, fioriture di viole, nontiscordardimé, narcisi, gigli, orchidee e fragoline di bosco. In volo è possibile osservare la poiana e il gheppio che fa lo “spirito santo”, mentre il picchio verde fa sentire la sua presenza. Nella faggeta che dà sul Pratiglio vivono due notevoli esemplari di alberi di tasso pluricentenari, uno di loro presenta l’interno cavo.
Nella vasta zona alle spalle dalla Malaina, sui territori di Gorga e Carpineto, oltre Monte San Marino (1387 mt.), le fontane del Merlo e di San Marino, il Fosso Canali, si trova il Fosso dell’Orso, toponimo che sta a ricordare la presenza del plantigrado forse estinto in epoca medievale.
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